cronaca

Cambiamento climatico e inquinamento atmosferico, due facce della stessa medaglia

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L’estate 2022 è stata la stagione più calda registrata in Europa negli ultimi decenni e il mese di giugno 2023, con mezzo grado in più rispetto alla media degli ultimi trent’anni, ha registrato il picco di caldo e il record mai registrato da un osservatorio meteorologico. Uno studio appena pubblicato dall’Istituto di Salute Globale di Barcellona su Nature Medicine, stima in 61.672 le morti premature dovute all’ondata di calore dell’estate 2022 in 35 paesi europei, con l’Italia al primo posto (18.010 decessi). Più del 60% dei decessi dovuti al caldo estremo, registrati dallo studio dell’ISGGLOBAL, si sono verificati oltre gli 80 anni di età e l’Italia è il paese che in Europa vanta non solo la più elevata percentuale di grandi anziani rispetto alla popolazione generale (il 6,5% degli italiani ha più di 80 anni), ma anche il più alto numero di ultraottantenni, vale a dire oltre 3 milioni e mezzo di persone. Il cambiamento climatico aumenta la frequenza e l’intensità delle ondate di calore ed il ristagno dell’aria, con conseguenti ripercussioni in termini di aumento non solo dei livelli dell’ozono, e quindi dello smog fotochimico, ma anche dei livelli di particolato atmosferico, di per sé impattanti sulla mortalità.

quotidiaanosanita.it

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