Netanyahu sordo agli appelli dell’Occidente: 100 morti per liberare due ostaggi. Lui: “Un successo”. La Corte dell’Aia “preoccupata”
Entrare a Rafah, uccidere i membri di Hamas e liberare più ostaggi possibile, costi quel che costi. La linea Netanyahu è chiara e l’esercito israeliano è già passato all’azione: nonostante gli appelli della comunità internazionale, le richieste di evitare l’operazione di terra a Rafah da parte della Germania e l’ennesimo appello americano alla tutela dei civili, le bombe di Tel Aviv hanno colpito nella notte 14 abitazioni e tre moschee della città della Striscia al confine con l’Egitto dove si stanno rifugiando più di 1,5 milioni di persone fuggite dall’offensiva militare dello ‘Stato ebraico’. Il conto è sanguinoso: 100 morti che vanno ad aggiungersi ai circa 28mila dall’inizio dell’operazione militare, per il 70% donne e bambini. Per Netanyahu, però, si tratta di “una delle operazioni di salvataggio di maggior successo nella storia di Israele”.