Coronavirus, scienziati Usa: vaccini rallentati dai profitti delle Big Pharma e austerità pubblica
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L’accusa è di quelle pesanti, che suscitano shock: un vaccino avrebbe potuto essere pronto e testato negli Stati Uniti per provare a combattere nuove, gravi forme di coronavirus quale quella che ha scatenato il dramma del Covid-19. Ma tutto si arrestò prematuramente per carenza di fondi, privati o pubblici, nei laboratori accademici.
Era il 2016: l’allarme davanti a precedenti minacce da nuovi virus- Sars e Mers – era passato e fu troppo facilmente archiviato. In generale il business dei vaccini, questa forse la verità più scomoda, è stato spesso considerato poco redditizio per le grandi case farmaceutiche, almeno non quanto farmaci brevettati per trattare e curare malattie anziché prevenirle e dove di conseguenza dirigono il loro impegno. Mentre i fondi pubblici destinati alla ricerca sono lontani dai tempi d’oro di campagne di salute pubblica, da anni sottoposti a pressioni e draconiani tagli per ridurre gli “sprechi” governativi.