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Chernobyl, quei segnali dalla stanza inaccessibile che riaccendono la paura. Esperto russo minimizza

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rainews.it –

Nei giorni scorsi si è tornati a parlare di Chernobyl, non per lanciare una serie tv né per ricordare il 1986 ma per un articolo della prestigiosa rivista Science su un numero crescente di reazioni di fissione nucleare provenienti dal reattore numero 4, lo stesso dove si verificò il disastro. Sepolto sotto le macerie del reattore c’è uranio, sopra c’è un sarcofago in cemento e acciaio avvolto a sua volta da una recente cupola di protezione. Il sarcofago, costruito nel 1987 per neutralizzare le radiazioni provenienti dal reattore esploso, lasciava penetrare l’acqua al suo interno. (L’acqua rallenta, o modera, i neutroni e quindi aumenta le loro probabilità di colpire e scindere i nuclei di uranio, ndr). Per ovviare a tale problema nel 2016, in concomitanza con il trentesimo anniversario, fu finanziata dalla Bers (Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo) la cupola da 1,5 miliardi di euro a protezione del sarcofago per almeno 100 anni.

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