cronaca

Dalle origini ebraiche di Hitler alle fake news su Bucha, fino al Wagner Group: le bugie di Lavrov nella sua intervista a Rete4

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ilfatgtoquotidiano.it – urly.it/3nbcs

L’intervento del braccio destro di Vladimir Putin e la difficoltà di interromperlo, legata al fatto che si trovava in collegamento web da Mosca, hanno trasformato la sua prima intervista a un canale europeo dallo scoppio della guerra in un comizio propagandistico ricco di affermazioni false e antistoriche. Ecco quali sono

Era un’intervista difficile sia per lo spessore del personaggio sotto i riflettori, il ministro degli Esteri russo Serghej Lavrov, che per l’atteggiamento tenuto da quest’ultimo nel corso dei ben 40 minuti di conversazione andata in onda domenica sera negli studi di Zona Bianca, su Rete4. Ma l’intervento del braccio destro di Vladimir Putin e la difficoltà di interromperlo, legata al fatto che si trovasse in collegamento web da Mosca, hanno trasformato la sua prima intervista a un canale europeo dallo scoppio della guerra in un comizio propagandistico ricco di affermazioni false e antistoriche. Così dalle parole sull’eccidio di Bucha, definito “una fake news colossale”, alla balla sulle origini ebraiche di Adolf Hitler, fino alla presa di distanza dai paramilitari del Wagner Group, sono molte le affermazioni smaccatamente false dette dal capo della diplomazia russo nel corso della diretta. Tanto che la stessa Mediaset, rivendicando il diritto di ospitare membri dell’esecutivo russo, ha sentito la necessità, per bocca del suo Direttore Generale Informazione Mauro Crippa, di fornire una motivazione alle proprie scelte: “Le deliranti affermazioni del ministro degli Esteri russo Lavrov a Zona Bianca – ha dichiarato – rivestono particolare importanza perché confermano chiaramente la mancanza di volontà da parte di Putin di arrivare a una soluzione diplomatica della guerra dei russi contro l’Ucraina. E comunque la si pensi, oggi sappiamo qualcosa in più della Russia e di chi la governa. L’intervista è un documento che fotografa la storia contemporanea

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