cronaca

Maternità surrogata: CEDU contro la trascrizione

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La CEDU considera legittimo negare la trascrizione e avvalla l’adozione.
Come riporta il quotidiano Il Sole 24 ore, secondo Strasburgo i ricorsi da parte delle coppie che chiedevano che l’Italia venisse condannata, sono da considerare inammissibili e la decisione ricalca un precedente che risale al 2021.

La Corte Europea dei Diritti Umani (CEDU) sostiene che lo Stato non è obbligato a dovere procedere alla trascrizione automatica all’anagrafe dei figli che nascono con la maternità surrogata.
In questo modo, i Giudici di Strasburgo hanno voluto considerare inammissibili diversi ricorsi proposti contro l’Italia da parte di coppie dello stesso sesso, e di una coppia eterosessuale, con i quali veniva richiesto che  la condanna dello Stato, per la violazione dell’articolo 8 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo sul diritto al rispetto della vita privata e familiare. Secondo i ricorrenti, il veto posto sulla trascrizione all’anagrafe degli atti riconosciuti legalmente all’estero nei confronti dei bambini nati con la tecnica della maternità surrogata, mette a rischio un diritto fondamentale.
I ricorsi non arrivano  al raggiungimento dell’obiettivo, perché i Giudici Europei hanno considerato legittima la negazione da parte dell’Italia, con una decisione le quali ragioni sono state affidate a una nota, nella quale gli stessi Giudici scrivono:
il desiderio delle coppie di veder riconosciuto un legame tra i bambini e i loro genitori intenzionali  non si è scontrato con un’impossibilità generale e assoluta, dal momento che avevano a disposizione l’opzione dell’adozione e non l’avevano utilizzata”.
Nonostante l’Italia, da parte sua, non ammetta “la trascrizione dell’atto di nascita in relazione al  padre putativo”, attraverso l’adozione garantisce la possibilità di riconoscimento legale.
La Corte ha tenuto a sottolineare che i ricorrenti, attraverso la maternità surrogata hanno dato origine a una famiglia, ed erano consapevoli che questa pratica fosse e sia “contraria all’ordine pubblico italiano”.

diritto.it

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