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L’azienda in ascolto

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GIUSEPPE ROTUNDO

Sempre più spesso si sente dire che un buon manager è ritenuto tale laddove eserciti, tra le altre cose, una attenta attività di ascolto dei propri colleghi. Quella dell’ascolto sembra essere una capacità tra le più ricercate per alzare il grado di empatìa all’interno di un contesto sociale. Ma in cosa si sostanzia questa capacità di ascolto e perché è così importante in un ambiente aziendale? Intanto perché l’attenzione prestata ad un collaboratore o ad un collega aumenta la motivazione e la fedeltà del team oltre a promuovere ed incoraggiare il pensiero laterale, che di solito è portatore di innovazione in azienda. Si rimarca spesso la differenza tra sentire (attività meccanica esercitata in maniera priva di attenzione) e ascolto. Ed anche all’interno dello stesso ascolto gli psicologi comportamentali fanno distinzione tra passivo e attivo. Nell’ascolto attivo ci si sofferma sulla comunicazione verbale e non verbale del nostro interlocutore, dalla posizione delle mani al tono di voce, dalla postura alla distanza. Viene insomma prestata la giusta attenzione verso chi parla, resistendo quanto più possibile alla tentazione di interromperlo. Sentirsi ascoltati attivamente stimola i dipendenti ad esprimere nuove idee o a sollevare eventuali problemi, senza paura di essere giudicati. Concentrarsi su ciò che ci viene raccontato, creare contatto visivo, confermare di aver capito ripetendo con parole proprie quanto ci viene detto, sono solo alcune tra le caratteristiche di un ascolto attivo e di sicuro rappresentano i buoni presupposti per una comunicazione efficace.

Giuseppe Rotundo
Direttore Commerciale Italia In Lire SpA SB
Tel 348 8914517 – www.in-lire.com

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